Teatro

COLAZIONE DA TIFFANY : il 17 gennaio al Teatro Comunale di Pietrasanta

COLAZIONE DA TIFFANY : il 17 gennaio al Teatro Comunale di Pietrasanta


Dopo il debutto dello spettacolo in Prima Nazionale al Teatro Manzoni di Pistoia, Francesca Inaudi, nel ruolo dell’ incantevole Holly e Lorenzo Lavia, l’ impacciato Paul, saranno i protagonisti del quarto appuntamento della stagione di prosa organizzata dalla Fondazione La Versiliana per la direzione artistica di Luca Lazzareschi.

Divenuto un classico senza tempo - grazie alla memorabile interpretazione di Audrey Hepburn nel film di Blake Edwards - ed una chicca da cui è difficile non restare affascinati,  COLAZIONE DA TIFFANY  sarà in scena al Comunale di Pietrasanta martedì 17 gennaio alle ore 21.15  (biglietti da 12 a 24 Euro info 0584 265733 – 795511 www.laversilianafestival.it), nella riduzione teatrale di Samuel Adamson dell’omonimo romanzo di Truman Capote.

A firmare la regia dello spettacolo Piero Maccarinelli, che restituirà al pubblico la versione italiana del titolo, tradotto da Fabrizia Pompilio, dal quale non bisognerà però aspettarsi le atmosfere distese e brillanti del film, quanto piuttosto il clima cupo, cinico e l’incertezza degli anni ’40 che aleggia nel romanzo di Capote, con un finale sospeso così come nelle intenzioni dell’autore.
Creatura selvatica e adorabile Holly, sarà interpretata da Francesca Inaudi che torna in teatro dopo 10 anni di lontananza, che l’hanno vista protagonista al Cinema e in Tv ( “Noi Credevamo” di Mario Martone  e “Tutti Pazzi per amore”) mentre Lorenzo Lavia sarà l’interprete di Paul, ruolo che nel film fu di George Peppard.
La Inaudi, porta in scena una Holly un po’ lolita cresciuta, un po’ traviata, più somigliante a Marilyn Monroe che non alla Hepburn, per rendere omaggio , a 50 anni di distanza,  alla verità narrativa e alle intenzioni di Capote, che nel suo romanzo si era ispirato proprio a Marylin, senza però  poi riuscire ad ottenerla come protagonista del film.

In Colazione da Tiffany, Holly Goligthly è una cover girl americana arrivata a New York; intorno a lei ruotano i molti personaggi del mondo un po’ ridicolo e patinato dell’East End newyorkese: un agente di Hollywood, un mafioso italoamericano, il proprietario di un bar, ricchi diplomatici brasiliani…. Lei vive in una modesta casetta dell’East Side popolata da una fauna artistica al limite della sopravvivenza e della trasgressione.
Tutti sono un po’ innamorati di Holly che sembra attraversare la vita in punta di piedi: il suo passato, il primo marito, la sua attività di prostituta, le sue feste sgangherate... ma Holly ha una grazia innata e per tutti “è in transito”. Nessuno la può fermare, catturare o dire che appartenga a lui…
È un personaggio incantevole, dotato di una grazia sorprendente e, anche quando perde il bambino che aspetta dal diplomatico brasiliano, sa rimettersi velocemente in piedi e ricominciare a vivere.
Suo contraltare nella drammaturgia è lo scrittore William Parsons (forse un Truman Capote giovane) timido, impacciato, che subisce il suo fascino e la considera sua fonte di ispirazione; è platonicamente innamorato di lei anche se con delle sfaccettature che alludono ad altre sue preferenze.
Trascinato da Holly a conoscere e vivere la grande New York, William con l’amico confidente Joe Bell, è la guida fra le pagine del testo teatrale.
L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni ma i personaggi hanno dei chiaroscuri nella scrittura di Adamson/Capote; ritroviamo Holly con la sua nostalgia per il fratello, le sue passioni per New York, la ricerca del suo posto nel mondo e soprattutto la gioielleria Tiffany dove si sarebbe sentita protetta e al sicuro.
Tutti, insomma, sono disposti a dire “ti amo” ad Holly ma è lei che non sembra disposta ad aprire il suo cuore e quando lo concederà a Josè e lui la tradirà, capirà di essere ancora quell’animaletto selvatico di 14 anni, Lulamae, figlia della provincia americana, gatta selvatica anche se adorabile. Insomma una Holly bizzarra, simpaticissima, commovente e reale.
Naturalmente tutto nello spettacolo sarà allusivo; non cercheremo di riprodurre la realtà - a partire dalla scena di Gianni Carluccio - ma solo di far rivivere la favola della bella e umbratile Holly che non può appartenere a nessuno perché potrebbe stabilirsi e comprar mobili solo se potesse trovare un posto come Tiffany dove potersi sentire a casa… ma senza brillanti però, perché prima dei quarant’anni fanno volgare!